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Stoviglie compostabili e biodegradabili: conosci la differenza?

Enrico Galazzo

Fondatore AfterPlastic

Quando senti queste due parole potresti essere confuso sulle regole di conferimento dei rifiuti che li riguardano.
Ma le parole Compostabile e Biodegradabile si differenziano soprattutto per il significato che hanno per l’ambiente.

Si tratta di un argomento di grande attualità proprio perché, per ogni tipo di materiale, vigono regole di conferimento diverse che, peraltro, possono cambiare da comune a comune e perché la loro produzione e il loro conferimento impattano sull’ambiente in modo diverso.

Stoviglie biodegradabili

Ti basta pensare che un prodotto, in questo caso una stoviglia biodegradabile, non è sempre compostabile.
In generale, un materiale si definisce biodegradabile quando può essere degradato in sostanze più semplici e non nocive per l’ambiente.

Se vogliamo essere ancora più semplicistici, possiamo dire che se dispersi nell’ambiente, questi prodotti lo danneggiano poco. Ecco perché si dice che riducono l’inquinamento.

Se le stoviglie biodegradabili sono da gettare nel bidone della plastica, si tratta di prodotti in eco-plastiche o bio-plastiche. Sono da gettare nella carta se composti di carta.

Le stoviglie compostabili

Il prodotto compostabile, quando conferito nei rifiuti dell’umido o nelle apposite compostiere casalinghe, è utilizzato per la produzione di una miscela di sostanze per fertilizzare orti e giardini.

Si tratta di materiali ricavati da risorse rinnovabili come l’amido di mais, la polpa di cellulosa, il bamboo o il legno.

La legge a favore dell’ambiente

Si chiama Economia Circolare il modello di produzione che prevede il riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei materiali e si contribuisce a ridurre i rifiuti al minimo.

A tal proposito, secondo la direttiva entrata in vigore quest’anno, possono essere immessi in commercio prodotti monouso realizzati in materiale biodegradabile e compostabile, purché certificati conformi allo standard europeo UNI EN 13432 (se sono imballaggi) o UNI EN 14995 (se sono altri manufatti in plastica). Inoltre, la nuova etichettatura ambientale dei prodotti (in Italia già avviata e obbligatorio dal 2022) contribuisce all’effettiva riduzione dei rifiuti di plastica (se vuoi saperne di più sulla direttiva, leggi qui).

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